Piero V.

D-Link DHP-308AV (poweline)

Spesso si parla di internet delle cose, ma la maggior parte delle case non è stata ideata per avere reti ethernet.

Certo, i dispositivi che supportano il wireless sono moltissimi, ma a volte il cavo risulta più comodo: è più economico da implementare, più diffuso, ha certe funzionalità ancora non disponibili con la wireless, come Wake On Lan.

Un’idea è quella di un bridge wireless, ne avevo già parlato, tuttavia la mia soluzione, per farlo sembrare uguale a un collegamento tramite cavo, era molto dirty (questa volta neanche quick). Avevo già previsto non sarebbe durata per sempre, e così è stato: c’erano lungi tempi e quando il client era disattivo il server mandava molti pacchetti ARP, cosa fastidiosa al pensiero.

La soluzione più vantaggiosa ed economica sarebbe un buon vecchio cavo, ma era difficile nel mio caso: avrei dovuto attraversare una parete di 25cm, perché per la rete non si possono usare i corrugati della corrente.

Visto che in questi anni sono scese molto di prezzo, ho deciso di valutare la soluzione delle powerline, così ho comprato il kit D-Link DHP-309AV, che contiene due adattatori DHP-308AV. Mi è venuto il doppio del cavo (27€ su Amazon), ma almeno ho verificato questa tecnologia.

Il prodotto in sé è buono: è compatto, in quanto grande quanto un trasformatore a muro standard, i LED sono chiari, quello centrale della powerline ha anche tre colori (rosso, ambra e verde) per segnalare la qualità del segnale elettrico. Per motivi economici è stata messa una porta ethernet 100Mbps, anche se rientra nello standard AV500, ma non è un problema, in quanto si sta ben lontani dai 500Mbps. L’unico difetto un rumore di fondo come quello dei televisori, molto fastidioso, ma per fortuna lo si può sentire solo da vicino.

Quello che non va è proprio la tecnologia homeplug!

L’ho sempre snobbata perché suscettibile dei disturbi della linea elettrica.

Onestamente la mia prima preoccupazione riguardava gli amplificatori audio, chitarra in primis, tuttavia la frequenza del powerline sta tra le poche unità e le poche decine di MHz, quindi molto al disopra dell’udibile.

L’altra mia preoccupazione erano i grandi elettrodomestici, come lavatrice e lavastoviglie, cosa confermata dal manuale, ma se non sono in prossimità non dovrebbero essere un problema.

Ora che li ho posso dire che il vero nemico della powerline, più che il precedente e la lunghezza del filo, è la quantità di giunzioni, specialmente se fatte male, come nel caso delle prese multiple, una vera peste!

Pensavo che il passtrough fosse una trovata per alzare il prezzo, inutile visto che una presa multipla veniva molto meno, ma invece no! Con entrambi gli adattatori collegati a un moltiplicatore la mia connessione a internet, che va a 5-6Mbps, non era più il collo di bottiglia :| .

Ho deciso di indagare a fondo sulla situazione, con iperf3, un programma per misurare le performance tra due server.

La mia rete cablata è ottima: il TD-W8970 offre una velocità che si aggira sui 940Mbps. Per scrupolo ho provato anche a collegare direttamente i computer e anche con un cavo di rete lungo 1m non andavo più veloce, al massimo si guadagnavano 2-3Mbps. Anche il ping mi pare rispettabilissimo: 0,1ms.

Dall’altra parte pure lo switch fast ethernet si comporta bene, permettendo una velocità di circa 94Mbps. Molti test comunque li ho fatti direttamente con il mio computer (ASUS N550, scheda ethernet Realtek RTL8111/8168/8411) attaccato all’adattatore powerline.

In questo caso c’è da fare anche una nota sul mio impianto elettrico: ha 19-20 anni, quindi non è il massimo per mettere le powerline tra un piano e un altro, poiché ogni piano ha una linea per le prese e una per la luce.

Proprio per questo motivo i risultati migliori si sono visti con entrambi gli adattatori attaccati allo stesso piano: sono arrivato a 75Mbps, con un picco di 79,5Mbps.

Due powerline attaccate alla stessa presa multipla invece hanno risultati stranamente peggiori: 50Mbps. Ben 25Mbps di meno!

Viceversa le prolunghe (non ciabatte) non hanno molto effetto: in un caso il cambiamento è stato solo di 0,3Mbps, niente su una velocità di 24Mbps.

Le ciabatte vere e proprie, caldamente sconsigliate dal manuale, hanno effetti diversi, in base anche alla loro: una ciabatta VIMAR aveva fatto abbassare da 22Mbps a 19Mbps, neanche troppo, invece, con un’altra ciabatta, riciclata da un UPS e poi munita di presa, la velocità è passata da 12-13Mbps a 5-6Mbps.

Sommando i fattori: due piani diversi, quella ciabatta e una spina multipla, si ottiene una velocità misurabile in Kbps! E anche il ping varia mostruosamente: medio sui 20ms, minimi sui 3-4ms, ma anche massimi di 200-300ms! Sono condizioni davvero inaccettabili: per stampare certi documenti pesanti, come un paio di scansioni a 300DPI ci metto un minuti solo a caricarle! Con queste condizioni è quasi meglio un bridge wireless.

Prese affiancate invece devo dire si sono comportate bene, anche meglio di alcune prese singole. Tuttavia quando si accendono dei dispositivi si può vedere un notevole calo di velocità, ma di breve durata.

In definitiva, questi adattatori non mi paiono proprio così plug&play: più che per la procedura di protezione, che spero sia affidabile, per le richieste: non penso sia alla portata di tutti dedicare una presa al powerline. Invece i passthrough spesso hanno una presa schuko, quindi scomoda per noi italiani e tra l’altro con una bassa potenza di passaggio, quindi io la terrei come soluzione di scorta, o per basse esigenze.

Non ho ancora provato lo standard AV600, però la AV500 non mi pare, tra le altre cose, sia molto favorevole alla banda ultra larga. Per fortuna che in Italia dovremo aspettare ancora molto per averla 😀 .

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